5 maggio 2003
Gli algoritmi svelano i misteri di Vermeer
Antonio Criminisi, di Agrigento, è l' unico italiano del centro di ricerca Microsoft di Cambridge. Con un budget di quasi 5 miliardi di dollari e 700 ricercatori distribuiti su quattro campus che sembrano piccole università (a Redmond, nella Silicon Valley, a Cambridge e a Pechino), Microsoft Research è diventato in poco più di dieci anni un laboratorio del futuro più ricco e più attivo dei suoi fratelli maggiori, i prestigiosi centri di ricerca di Ibm e Intel. Microsoft Research viaggia in una cinquantina di direzioni diverse e quasi sempre indipendenti dai risultati di breve termine. «Quel che mi ha colpito di più passando dalla ricerca universitaria ai laboratori Microsoft è la libertà di movimento che ci viene accordata. Non siamo legati a direttive specifiche sugli obiettivi da conseguire - spiega Criminisi - possiamo fare ricerca su tutto quello che vogliamo: la nostra principale priorità è far avanzare lo stato dell' arte nella branca di cui ci occupiamo. E non appena abbiamo in mano qualcosa di nuovo possiamo pubblicarlo sulle riviste scientifiche, fatti salvi i diritti di Microsoft di brevettare le nostre scoperte se lo desidera. In questo modo, tutti i progressi scientifici che si producono qui dentro diventano di pubblico dominio, esattamente come in una qualsiasi facoltà universitaria». Nel mondo di «Oxridge» Criminisi è arrivato direttamente da Palermo, dove nel ' 96 si era laureato in ingegneria elettronica (già nel ' 90 era Cavaliere del lavoro grazie ai voti altissimi). A Oxford la sua tesi di dottorato in computer vision ha vinto il premio della British Computer Association nel 2000 e nel 2001 è stata pubblicata da Springer, l' editore più prestigioso nel campo delle scienze informatiche. «E' attraverso l' attività accademica che sono venuto in contatto con i laboratori Microsoft - commenta Criminisi - e ho deciso di saltare su questo treno perché per un ricercatore è molto affascinante la prospettiva di vedere una parte del proprio lavoro messa in pratica in prodotti di largo consumo». Per i modelli tridimensionali in cui è specializzato Criminisi, l' applicabilità potrebbe essere dietro l' angolo. L' utilizzo della sua tecnica a favore di diverse discipline, dall' architettura alla storia dell' arte, dal design alle scienze forensi è già ampiamente sperimentato e consente di risparmiare ore e ore di lavoro manuale e spesso anche di raggiungere risultati altrimenti inarrivabili. Nella storia dell' arte, ad esempio, le applicazioni elaborate da Criminisi insieme a studiosi di fama mondiale ormai fanno scuola. E, in un' epoca in cui il divorzio fra arte e scienza si è consumato fino a farne due discipline ormai prive di punti in comune, i risultati ottenuti dal ricercatore italiano sembrano particolarmente straordinari: ci fanno quasi sognare il ritorno a una visione rinascimentale, in cui gli strumenti della tecnica e della scienza venivano usati anche a beneficio dell' arte da giganti come Brunelleschi, Masaccio o Leonardo. Criminisi ha messo la potenza della matematica al servizio della storia dell' arte, aiutando a risolvere misteri a lungo dibattuti, come: quant' è profonda la cappella della Trinità di Masaccio? Che forma ha la struttura architettonica nella Flagellazione di Piero della Francesca? E quella nella Scuola di Atene di Raffaello? A questi temi, che hanno impegnato gli storici per secoli, i modelli informatici dello scienziato hanno dato risposta rivoluzionando uno dei dogmi della computer vision, cioè che solo partendo dalla stereoscopia si possa ricostruire un ambiente su tre dimensioni. Finora si dava per scontato che se non si hanno due occhi (o due immagini generate da due punti di vista diversi) non si può trasporre in tre dimensioni la scena di una foto o di un dipinto. Invece Criminisi è riuscito, con i suoi algoritmi, a ricostruire al computer con grande precisione ambienti tridimensionali anche da immagini singole, fondando la cosiddetta metrica monoscopica. In questo modo ha aiutato il grande studioso dell' arte britannico Martin Kemp a entrare dentro la scena della Trinità, della Flagellazione o della Scuola di Atene o nella Lezione di musica di Vermeer e a scoprire particolari interessanti sulla concezione che i grandi maestri del Rinascimento avevano della geometria prospettica e sull' uso che ne facevano per ottenere effetti speciali. Nella Scuola di Atene, ad esempio, Raffaello usa una serie di accorgimenti per collocare Platone e Aristotele in una posizione al tempo stesso esterna ma anche al centro dell' edificio alle loro spalle. Un' illusione ottica ottenuta con grande maestria e sicuramente con una profonda conoscenza delle leggi della prospettiva. Con i modelli di Criminisi gli studiosi dell' arte oggi sono in grado di valutare queste sue conoscenze e analizzarle con una precisione mai raggiunta finora, tanto da scoprire che la pianta dell' edificio non è a croce greca come si era sempre creduto.
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