13 dicembre 2004
Silenzio si alza il vento
Il vento in Italia vale come una grossa centrale nucleare, che dà elettricità a oltre 500 mila famiglie. Ma si potrebbe fare molto di più. Così diversi produttori si stanno concentrando sull' eolico per fare il pieno di energia verde, con Endesa in testa. Il colosso energetico spagnolo guidato da Jesus Olmos, terzo produttore di energia elettrica in Italia, ha appena firmato un accordo da 250 milioni con Gamesa, una delle prime imprese al mondo nell' installazione delle pale eoliche più avanzate, per rilevare impianti italiani da 200 megawatt totali, che si aggiungono ai 20 megawatt dell' impianto sardo di Florinas, acquisito da Enel al momento della cessione di Elettrogen, una delle tre genco. Enel, da parte sua, ha stanziato circa 100 milioni per installare un' ottantina di nuovi generatori entro il 2005, che aumenteranno del 10% la potenza complessiva nazionale, oggi sui mille megawatt. E anche gli altri operatori, da Edison a Energia, investono nel vento, che sta diventando sempre più remunerativo grazie ai rapidi progressi della tecnologia. Il decollo dell' eolico emerge inoltre dalla valanga di richieste di autorizzazioni presentate da società del tutto nuove rispetto ai tre capofila dell' eolico italiano (il gruppo Ivpc domina il mercato con il 44%, seguito da Edison con il 23% e da Enel con il 22%), per un totale che supera i 13 mila megawatt aggiuntivi, che avvicinerebbero l' Italia al record mondiale della Danimarca, capace di coprire con l' eolico il 17% del suo fabbisogno elettrico. L' Italia non può vantare medie di vento come quelle del Nord Europa, che superano facilmente i sei metri al secondo. Ma Sardegna e Sicilia, così come i crinali appenninici del Centro-Sud, hanno medie intorno ai 3,5-4,5 metri al secondo e presentano condizioni ideali per l' installazione di generatori. «Nel parco di Altanurra, in Sardegna - osserva Sergio Adami, responsabile di Enel per le energie rinnovabili - si può contare su oltre 2 mila ore di vento all' anno e quindi su una produzione di 24-25 milioni di chilowattora, in grado di soddisfare i consumi di quattromila famiglie. Nel parco di Sedini, vicino a Sassari, che stiamo completando, avremo una produzione capace di soddisfare il fabbisogno di oltre 15 mila famiglie». Con la drastica riduzione del rumore e l' efficienza delle pale più che raddoppiata, a vent' anni dal debutto delle prime turbine commerciali, l' eolico è sempre più conveniente perché i costi di produzione di elettricità sono 5 volte più bassi. «La potenza delle turbine, che nei primi anni Ottanta si aggirava intorno ai 20-60 kilowatt per macchina, oggi arriva a 1.700 chilowatt, e le pale girano molto più lentamente, facendo meno rumore, mentre il costo della produzione di energia è sceso dell' 80 per cento», spiega Adami. Con 30 mila megawatt l' Europa è il primo produttore mondiale di energia eolica, che soddisfa circa il 2,4% del fabbisogno complessivo di elettricità, cioè i consumi di 35 milioni di cittadini. La Germania da sola produce quasi 15 mila megawatt e in particolare nella regione dello Schleswig-Holstein l' eolico soddisfa il 30% del fabbisogno energetico. La Danimarca trae il 20% della sua elettricità dal vento, sfruttato anche con impianti eolici marini. La Spagna viene subito dopo la Germania in termini assoluti e in alcune regioni, come la Navarra, si arriva al 50% di energia dal vento. L' Italia è il quinto Paese al mondo e il quarto d' Europa per produzione di energia eolica, ma sullo scenario è calato recentemente il rigido altolà di Renato Soru, che alla fine di novembre ha emanato una legge regionale molto penalizzante per la costruzione di nuovi impianti in Sardegna. La nuova legge - uno stop in piena regola allo sfruttamento della regione più ventosa d' Italia - ha suscitato le proteste di Legambiente e dei produttori, che puntavano molto sull' isola. Eppure l' obiettivo del governo è di promuovere la costruzione di parchi eolici per arrivare a 3 mila megawatt entro il decennio, triplicando la potenza attualmente installata. Secondo i dati riportati dal primo Atlante eolico italiano, pubblicato recentemente dal Cesi in collaborazione con l' Enea, l' Italia avrebbe le condizioni geografiche per soddisfare addirittura il 15% del fabbisogno nazionale con questa fonte rinnovabile. Ma regioni con ottima ventosità e zone rurali a bassa densità abitativa come la Basilicata o le Marche si limitano a potenze installate inferiori ai 500 megawatt. Spazio per crescere ce n' è quanto si vuole.
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