4 febbraio 2008
Ascopiave e il poker del Nord Est
Ascopiave muove su Veritas, parla con Agsm Verona e va in buca. Se Acegas-Aps non si muove, l' aggregazione delle ex municipalizzate del Nord Est passerà accanto al gruppo padovan-triestino, quotato a piazza Affari, senza che neppure se ne accorga. «Nell' alleanza con Venezia siamo in chiusura», spiega Gildo Salton, presidente di Ascopiave. Questa settimana o al più tardi la prossima sarà ufficializzato - se tutto procederà come sembra - il passaggio alla società trevigiana del controllo del ramo gas dell' ex municipalizzata veneziana, oltre a una quota di minoranza nel polo integrato di Fusina per lo smaltimento dei rifiuti, una piattaforma tra le più importanti a livello europeo, che comprende due termovalorizzatori. «In questo modo cominciamo a realizzare il progetto d' integrazione per rami d' azienda delineato nel piano di Veneto Sviluppo presentato qualche mese fa», precisa Salton. Una fuga in avanti che verrà rafforzata anche con l' adesione formale al memorandum presentato da Irene Gemmo, la presidente della finanziaria regionale Veneto Sviluppo, sulla base di un lavoro della Bain & Company, prevista per questa settimana. «Così si chiarisce senza ombra di dubbio la nostra volontà di procedere su questa strada», ribadisce Salton. Non manca che la firma delle altre tre ex municipalizzate coinvolte - Acegas-Aps di Trieste e Padova, Agsm Verona e Veritas Venezia - per procedere all' integrazione completa che darà vita alla quarta multiutility italiana per capitalizzazione di Borsa. Un player capace di giocare un ruolo importante sullo scacchiere nazionale. Il numero uno della società di Pieve di Soligo è già in trattative avanzate con i veronesi sull' apposizione di quella firma. Ma le resistenze dell' amministrazione comunale triestina a entrare in una galassia così marcatamente veneta rischiano di rallentare il processo, anche se il primo passo, l' ingresso di Ascopiave al 49 per cento in EstEnergy, la società di vendita del gruppo guidato da Massimo Paniccia, è già stato concluso nello scorso dicembre. Acegas-Aps giustifica la sua prudenza con l' attuale crisi dei mercati, che non consente una valutazione corretta delle rispettive capitalizzazioni di Borsa. «Tutti pensano di essere sottovalutati in questo periodo», commenta Salton. «Ma sono convinto - aggiunge - che l' aggregazione delle quattro grandi agirebbe da calamita per le piccole società circostanti e porterebbe a un' immediata rivalutazione delle quotate». D' altra parte le sfide che si profilano all' orizzonte esigono una certa rapidità d' intervento: «Se avessimo già raggiunto un soddisfacente livello di massa critica potremmo già competere sui mercati confinanti della nuova Europa, dove si stanno giocando partite importantissime in materia di servizi municipali e di distribuzione del gas e dell' energia elettrica». Un vero possibile Eldorado, dove un gruppo che unisce le forze delle municipalizzate del Nord Est d' Italia avrebbe concrete possibilità di espandersi. Ma prima ci vuole un colpo di acceleratore sull' aggregazione interna. E la condivisione di una volontà che per ora viene dal basso, per trasformarsi in progetto concreto.
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