11 febbraio 2008
Auchan, il kilowattora nel carrello
Il kilowattora finisce nel carrello del supermercato, insieme a due etti di formaggio e un fustino di detersivo. Dopo la liberalizzazione dello scorso luglio, c' era da aspettarselo. Auchan parte in marzo dal suo iper di Cinisello Balsamo con la nuova iniziativa, che si allargherà gradatamente ad altri 45 punti vendita sparsi su dieci regioni italiane: i clienti potranno optare per una fornitura sia di gas che di energia elettrica (o di una delle due), con un risparmio del 5% rispetto alla tariffa ufficiale dell' Authority. Nessun costo di attivazione, una bolletta unica e la massima semplificazione nella transizione al nuovo operatore, come dev' essere per ogni prodotto da supermercato. Basta allungare una mano sullo scaffale e via. Fornitori affidabili Certo, con l' energia non è così facile. Ci vuole un fornitore molto affidabile: Auchan ha siglato un accordo triennale con Italcogim Energie, società partecipata al 60% dal colosso d' Oltralpe Gaz de France e al 40 da Camfin, che è il terzo operatore italiano per volumi venduti ai clienti finali. Ma il tandem Auchan-Italcogim non è il primo ad affacciarsi sul mercato. Già in novembre era partito il gruppo Merloni in coppia con cinque Iper di Marco Brunelli (co-fondatore di Esselunga insieme a Bernardo Caprotti, ma poi messosi in proprio). E un po' tutti ci stanno pensando: Coop ha cominciato a dialogare con i possibili partner, tra cui Enel e Eni, Conad ha avuto contatti informali con British Gas, ma anche la catena tedesca Lidl, che in Italia è cliente di Hera, si sta guardando intorno per lanciare la bolletta discount. Perfino le Poste Italiane di Massimo Sarmi hanno avviato un discorso con Edison, non ancora concluso. Fino ad oggi sembrava che l' acquisto del kilowattora o delle chiamate telefoniche, dei pacchetti turistici o dei servizi finanziari al super sotto casa fosse una bizzarria da inglesi. Invece i nuovi entranti dimostrano che le liberalizzazioni cominciano a funzionare anche da noi. E a cambiare la faccia della grande distribuzione. Ma il mercato italiano è «corto» di energia e gas, che resteranno a lungo prodotti limitati: è per questo che costano molto. Da un lato, quindi, attraggono le offerte discount. Dall' altro lato non ce n' è grande disponibilità in giro. E man mano che la grande distribuzione comincia a prendere posizione ce ne sarà sempre di meno. La corsa agli approvvigionamenti, quindi, diventerà più ardua. A meno che qualche distributore non cominci a fare shopping all' estero oppure si metta in società con i suoi fornitori per importare in Italia del metano in più, magari costruendo un impianto di rigassificazione. Solo uno sviluppo di questo tipo potrebbe davvero smuovere il mercato e potare significativamente i prezzi. Operatori virtuali Discorso diverso per la telefonia mobile, dove gli «operatori virtuali» non sono legati alle infrastrutture e quindi hanno campo libero per conquistare clienti con tariffe facili da capire e servizi a valore aggiunto collegati alla propria attività principale. Su questo fronte per prima è arrivata la Coop con il marchio CoopVoce. Poi Carrefour, con Uno Mobile. E infine Poste Italiane, con PosteMobile. Auchan ha siglato a novembre un accordo con Wind e l' offerta sarà disponibile a breve. Anche Conad ha firmato con Vodafone e dovrebbe debuttare nelle prossime settimane. Un' indagine realizzata da Axia stima che la torta valga 500 milioni per quest' anno e possa allargarsi fino a 1,6 miliardi in un quinquennio. Un bel malloppo per un Paese in cui ci sono già 82 milioni di linee mobili attive. E la nuova faccia della grande distribuzione non si ferma qui. Servizi finanziari, pacchetti turistici, prodotti farmaceutici, carburanti sono sempre più presenti sugli scaffali del super, tranne in catene più tradizionali come Esselunga, che preferisce limitarsi all' offerta di base. Coop ha aperto 73 CoopSalute, Auchan 26 con quasi mille farmaci da banco e sconti che arrivano fino al 30%. Sui benzinai si fa più fatica: per ora in Italia ce n' è una trentina, di cui Auchan con 18 fa la parte del leone. Su 22 mila in tutto, non sono molti. Ma la liberalizzazione ha i suoi tempi.
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