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3 novembre 2008

A caccia di specialisti per il nucleare

Matteo Moraschi si è laureato in ingegneria nucleare al Politecnico di Milano: «Ero preparato ad andare a lavorare in qualche compagnia internazionale che si occupa di centrali atomiche, mai mi sarei immaginato di trovare un posto in Italia...». Invece è stato assunto all' Enel. E non è l' unico. «Per ora ne abbiamo presi 55 e ci apprestiamo ad assumerne altrettanti nel giro di tre mesi, principalmente dalle poche facoltà italiane che ancora ne sfornano» spiega Giancarlo Aquilanti, numero uno della nuova squadra atomica dell' ex monopolista elettrico. Con la partecipazione dell' Enel alla costruzione del nuovo reattore di terza generazione - l' Epr (European Pressurized Reactor) a Flamanville, in Normandia - e l' acquisizione di quattro reattori operativi più altri due da completare in Slovacchia, si avvicina il momento tanto atteso dagli ingegneri nucleari italiani, che da vent' anni sono sottoutilizzati in patria o costretti a espatriare in via permanente. La formazione - «Ma la rinascita dell' industria nucleare è un fenomeno globale, che coinvolge l' intera industria italiana: non è un caso che l' Enel si sia mossa proprio adesso» spiega Giuseppe Forasassi, docente a Pisa e presidente del Cirten, il Consorzio interuniversitario per la ricerca tecnologica sull' energia nucleare, che raggruppa i sei atenei dove ancora si insegna questa materia: i due politecnici di Torino e Milano oltre alle università di Padova, Palermo, Pisa e Roma. Dalla Francia agli Stati Uniti, passando per la Russia e per la Cina, dovunque ci siano centrali atomiche in funzione, si stanno mettendo in moto gli investimenti per cominciare a rimpiazzare le più vecchie e realizzare una nuova generazione di reattori, più efficienti e più sicuri. «Su 54 centrali - spiega Forasassi - in Francia ce ne sono una trentina che mano a mano andranno sostituite, la Russia ne ha in programma venti, mentre negli Stati Uniti ci sono 32 richieste di autorizzazione pendenti alla Nuclear Regulatory Commission per la costruzione di nuovi impianti. E quando si muovono gli Stati Uniti, di solito, dopo qualche tempo anche l' Italia tende a realizzare qualcosa». Le assunzioni - L' Enel già oggi sta cercando di inserirsi nel colossale programma russo, con sopralluoghi e progetti sulle diverse collocazioni possibili, mentre il gruppo Finmeccanica guarda alla Cina. «La nostra squadra nucleare è ora costituita da 180 persone - spiega Giuseppe Zampini, amministratore delegato di Ansaldo Energia - di cui 15 nuovi assunti. Nei prossimi mesi dovremo assumerne un' altra decina». Ansaldo Nucleare è molto impegnata nella centrale di Cernavoda in Romania e ha partecipato allo sviluppo del reattore B1000 con la Westinghouse, che potrebbe essere l' elemento pilota di molte operazioni future. Ora ne sono stati ordinati quattro dalla Cina, per cui a Genova ci si aspetta dei subappalti. «Ma puntiamo soprattutto sullo smantellamento, un business - precisa Zampini - in cui nei prossimi anni ci sarà molto da fare». Si calcola infatti che ci saranno trecento reattori da smantellare da qui al 2020. Nel decommissioning è attiva anche Sogin, che prevede di assumere 60 persone su questo fronte. Mentre qualcosa si muove anche all' Enea, molto impegnata nelle collaborazioni internazionali sulla fusione. «Se ci fosse più chiarezza da parte delle aziende e soprattutto sugli obiettivi energetici del Paese - commenta Forasassi - anche noi potremmo organizzarci meglio per la corretta programmazione di queste necessità. Dopo l' 87, la produzione di ingegneri nucleari da parte delle università italiane è molto calata, da 300 all' anno fino al centinaio di oggi. Ora cominciano a scarseggiare, tanto che facciamo fatica a trattenere per il dottorato gli studenti più meritevoli, che spariscono sempre più rapidamente». «E' vero - conferma Aquilanti - rispetto alla nostra domanda i nuclearisti sfornati dalle università italiane sono troppo pochi». Solo per lo sviluppo dell' Epr, di cui è stata appena festeggiata la prima gettata di cemento in Normandia, serviranno almeno 500 ingegneri nucleari all' anno. Gli italiani forniti dall' Enel saranno una cinquantina, dispersi nella struttura francese dopo un percorso di training approfondito sul progetto. E non staranno con le mani in mano.

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