Etichette: liberalizzazione
14 novembre 2008
L'energia pulita va in negozio
Non più solo scarpe, cravatte e telefonini. Lo shopping in corso Buenos Aires a Milano o in viale Parioli a Roma si arricchisce di una nuova merce sempre più ambita: l' energia. Con l' avanzare della liberalizzazione e la minaccia del caro-greggio che incombe, la domanda di energia intelligente da parte degli italiani cresce a vista d' occhio. Chi si butta sul solare, chi sull' eolico, chi sull' idroelettrico: «L' ascesa dell' oro nero rende sempre più appetibile l' energia prodotta da fonti rinnovabili e ormai siamo sommersi dalle richieste», spiega Giuseppe Zanardelli, uno dei primi imprenditori italiani a operare come grossista sul mercato liberalizzato dell' energia, che ora si appresta ad aprire una catena di 35 negozi specializzati in tutta la Penisola, da Bergamo a Trieste, da Genova a Napoli. «Nei nostri negozi - precisa l' imprenditore bresciano - venderemo una serie di prodotti utili per combattere il caro-energia, da un lato offrendo contratti di risparmio a chi può uscire dal mercato vincolato, cioè chiunque abbia una partita Iva, dall' altro pacchetti d' installazione per impianti solari di piccola generazione alle famiglie che desiderano autoprodurre la propria elettricità». Spinto dalla nuova forma d' incentivazione in conto energia, il solare sembra avviato verso un vero e proprio boom: negli uffici del Grtn giacciono già centinaia di domande per l' autorizzazione di nuovi impianti. E sul fronte dell' eolico, la fiducia degli investitori nell' unica quotata italiana, Actelios (gruppo Falck), schizzata da 6 a 17 euro dall' inizio dell' anno ad oggi, testimonia del clima di euforia che domina il settore. «Per la prima volta quest' anno i piccoli imprenditori che vengono da noi a comprare energia non cercano più solo lo sconto ma chiedono soprattutto forniture certificate da fonti rinnovabili», fa notare Zanardelli, talmente oberato dalle richieste da essere costretto a fondare una seconda società per lavorare in specifico sull' energia pulita. Non si tratta di un interesse esclusivamente etico, ma anche di un' esigenza di marketing. Il «bollino verde» sulla porta del negozio attira clienti, soprattutto se si lavora con il Nord Europa, dove l' utilizzo di energia verde può rappresentare una discriminante nella scelta di un prodotto. Anche all' Enel, leader mondiale nella produzione di energia da fonti rinnovabili, se ne sono accorti. «Quest' anno abbiamo superato i cento milioni di chilowattora di energia verde venduti, un quantitativo decisamente superiore alle nostre più rosee aspettative», conferma Luca Dal Fabbro di Enel Energia, il braccio retail dell' ex monopolista. «C' è un boom di richieste del nostro bollino verde - rileva Dal Fabbro - soprattutto nel mondo del turismo: dal Tanka Village del gruppo Ligresti al Parco di San Rossore, dall' Auditorium Parco della Musica di Roma alla Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia...». Grande interesse anche per l' efficienza energetica, che fa bene all' ambiente e anche al portafoglio. «Con il caro-bolletta - spiega Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club - cresce la domanda di risparmio energetico». E negli uffici dell' Autorità per l' energia piovono le domande (oltre 400 finora), di autorizzazione per costituire delle EsCo (Energy Service Company), specializzate in interventi per il miglioramento dell' efficienza energetica di aziende pubbliche e private.
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