14 gennaio 2010
Dalmine riparte dall'efficienza energetica
Con un fabbisogno di 600 milioni di kilowattora all'anno, lo stabilimento siderurgico di Dalmine è il quinto consumatore di energia elettrica in Italia: il 30% dei suoi costi di trasformazione derivano dall'energia. Oltre a far bene all'ambiente, quindi, tagliare i consumi qui conviene davvero. "Dall'inizio del 2007 abbiamo attivato un sistema molto articolato di controllo degli sprechi, il Tenaris Energy Monitor, e da allora ad oggi siamo riusciti a risparmiare il 14% dei consumi elettrici e il 6% di gas", spiega Antonio Caprera, direttore di fabbricazione TenarisDalmine, che è stato affiancato in quest'avventura da Innowatio, giovane società fondata da un gruppo di ingegneri usciti da Tenaris proprio per dedicarsi solo all'efficienza energetica. Ma l'obiettivo di Caprera è ancora più ambizioso: "Nel giro di un paio d'anni vorremmo arrivare a risparmiare il 20% di energia elettrica e il 15% di gas". Il progetto, quindi, è un work in progress, che punta a migliorare continuamente l'efficienza degli impianti.
Gli interventi realizzati sono vari, ma la rivoluzione verde a Dalmine è partita da un cambiamento culturale. "Abbiamo lanciato un piano di formazione per modificare l'approccio alla questione energetica di tutti i dipendenti, per educarli a evitare gli sprechi, anche nelle piccole cose, come spegnere il computer quando vanno via", precisa Caprera. "E abbiamo creato una struttura specifica per l'efficienza energetica, che riporta direttamente a me", aggiunge. La nuova consapevolezza dei dipendenti è un punto chiave per la realizzazione del resto. "Abbiamo installato centinaia di contatori all'interno dello stabilimento, per monitorare i consumi e individuare gli sprechi: così ogni capo reparto può controllare i suoi consumi in tempo reale". Il Tenaris Energy Monitor di Dalmine è talmente efficace che ora viene installato in tutti gli altri stabilimenti Tenaris, dalla Romania all'Argentina, dal Messico agli Stati Uniti. E l'energy manager di Dalmine, Alexander Corrà, andrà a dirigere la rivoluzione verde di tutto il gruppo.
Sul fronte delle macchine, sono stati sostituiti molti bruciatori (Dalmine consuma 100 milioni di metri cubi di gas all'anno), sono state riviste le specifiche di acquisto dei motori, migliorando la classe di efficienza, sono state scandagliate tutte le tubature e tappate le perdite di aria compressa o altro, sono stati modificati i tempi di accensione degli impianti, è stata razionalizzata l'illuminazione. Fra gli investimenti principali c'è l'installazione di decine di inverter: i motori elettrici sono i primi consumatori di energia elettrica nei siti produttivi, con un peso pari a circa la metà di tutta l’energia utilizzata in Europa e a due terzi dell’energia usata nell’industria. L'accoppiamento di un inverter a un motore, per controllare la velocità e gestire il carico, riduce sensibilmente il consumo di energia e il periodo di payback di un inverter è molto breve: in genere l'investimento si recupera in meno di due anni. "I 6 milioni complessivi che abbiamo investito, non soltanto in inverter ma in tutto il resto, ci sono ritornati in tasca nel giro di due anni", conferma Caprera, anche grazie al sistema dei certificati bianchi, che premia l'efficenza energetica: a Dalmine ne verranno riconosciuti 25mila in 5 anni, per un valore di 2 milioni di euro.
Oltre al guadagno per il portafoglio, naturalmente, anche i benefici per l'ambiente sono tutt'altro che trascurabili: da un lato il taglio delle emissioni di anidride carbonica - che provoca l'effetto serra ma non inquina l'aria che respiriamo - e dall'altro la riduzione degli ossidi di azoto e di zolfo emessi dalla ciminiera di Dalmine, vanno a tutto vantaggio dei bergamaschi. Non a caso gli sforzi di Tenaris sono stati premiati nel 2008 con l'ABB Energy Efficiency Award e nel 2009 con l'ambito European Motor Challenge Program Award, che promuove l'efficenza energetica in ambito industriale.
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