No alle scorie nucleari italiane nello Utah. Energy Solutions,
azienda con sede a Salt Lake City che opera in tutto il mondo nel
settore nucleare, ha deciso di rinunciare al programma di smaltimento
delle scorie italiane nello Utah e ha comunicato che potrebbe dirottare le
scorie verso un centro di smaltimento in Italia. Peccato che a un quarto di secolo dalla fine del nucleare italiano non ne abbiamo ancora istituito uno e non siamo ancora riusciti a smaltire nemme lo scorie di allora.
L'azienda dello Utah aveva provato a importare 20.000 tonnellate di
rifiuti radioattivi italiani. Dopo il trattamento circa 1.600 tonnellate
sarebbero state portate nella discarica dell'azienda nel deserto dello
Utah, l'unica discarica di materiali a basso livello di radioattività
degli Stati Uniti.
L'idea ha però incontrato la ferma opposizione dei repubblicani dello
Utah, che hanno spinto l'approvazione di una
legge che vieta l'importazione di scorie radioattive straniere.
Nella stessa Ue, del resto, domina l'orientamento che le scorie nucleari siano un problema della politica nazionale e che quindi ogni Stato dovrebbe stoccarle all’interno dei propri confini. Ne è convinto il commissario Ue all’Energia, Guenther Oettinger, che in una recente intervista rilasciata a Financial Times Deutschland ha definito l’esportazione dei rifiuti nucleari “scandalosa”, chiedendo agli operatori di provvedere al più presto alla creazione di depositi sicuri. Non solo. Secondo il commissario andrebbe esclusa ogni ipotesi di stoccaggio in siti comuni o la loro esportazione al di fuori della Ue (citando come esempio l’ipotesi di un sito in Russia), sottolineando quanto sia pericoloso il commercio di rifiuti in generale e di quelli radioattivi in particolare.
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