Acqua pubblica o privata? Non è la privatizzazione la causa dei rincari
Acqua pubblica o privata? Giocando sull'equivoco tra la materia prima acqua, che ovviamente appartiene per legge al demanio pubblico, e la gestione più o meno appropriata delle infrastrutture che la trasportano, la puliscono e la fanno uscire dai rubinettti, si può arrivare molto lontano. Ad esempio al referendum del 12-13 giugno, dove si decideranno i destini delle ex-municipalizzate italiane, molte quotate in Borsa, che si occupano di acquedotti. Ne parleranno oggi a Roma InConTra tutti i principali attori del mercato, dal presidente di Federutility Roberto Bazzano all'amministratore delegato di F2i Vito Gamberale, dall'ex presidente dell'Autorità elettrica Sandro Ortis al docente di Politica Economica Antonio Massarutto, autore di 'Privati dell'acqua?'. "Ci dicono che è la privatizzazione del bene comune a far aumentare i prezzi: via i privati, via il profitto e l'acqua tornerà a sgorgare gratis", s'interroga Massarutto. In realtà, "non è la privatizzazione a far aumentare i prezzi, ma la defiscalizzazione della spesa". "Pagavamo anche prima - sostiene Massarutto - ma non ce ne accorgevamo. E quel che non pagavamo, lo stavamo impacchettando perché lo pagassero i nostri figli. Con le eventuali gare i prezzi potranno semmai scendere, rispetto agli incrementi già programmati".
Il vero problema, però, è un altro: il sistema di distribuzione in Italia fa acqua da tutte le parti e in vaste aree del Sud i Comuni non sono nemmeno in grado di farla uscire dai rubinetti. I livelli di dispersione media si aggirano attorno al 35% dell'acqua immessa nelle tubature, con picchi del 50% a Sud, e ci vorrebbero circa 50 miliardi per riportarci a livelli di dispersione accettabili, attorno al 20%. "Qualunque sia l'esito del referendum, il 14 giugno i problemi resteranno quelli di sempre: un settore che fa una fatica enorme a mobilitare le risorse necessarie per adeguarsi a standard moderni, soprattutto sul versante della depurazione. Tutti parlano di aggettivi (pubblico vs. privato), e invece si dovrebbe parlare di sostantivi: aziende, ossia soggetti guidati da una razionalità economica, e non enti erogatori privi di vincolo di bilancio, come le gestioni dell'acqua sono state per decenni".
1 commento:
Noto con disappunto che questo autorevole giornalone, non riporta il commento che la autorevole Emma Marcegaglia ha fatto riguardo al referendum sull'acqua. è un giudizio scomodo?
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