Aumenti del 35-40% sul prezzo del gas per l'industria ceramica. E' questo l'esito dei contratti appena chiusi per il prossimo anno termico, in partenza il 1° ottobre. Per le imprese del distretto, già messe in difficoltà dalla crisi, è una mazzata potente. "Il costo della materia prima per noi è la voce principale insieme al personale e incide almeno del 20% sui costi di produzione", spiega Armando Cafiero, direttore generale di Confindustria Ceramica. Un aumento di questa portata, quindi, rischia di spingere fuori mercato i produttori più deboli.
Come si giustifica il nuovo balzo dei prezzi? "E' vero che le quotazioni del petrolio sono aumentate molto quest'anno e il prezzo del gas mantiene ancora un aggancio all'andamento del greggio, ma è anche vero che fra i prezzi italiani e quelli europei, già più alti rispetto al mercato americano, c'è un divario del 15-20%, il che penalizza moltissimo la competitività dell'industria italiana", precisa Cafiero. Come mai? "In Italia c'è pochissima liquidità sul mercato del gas, ma non perché non ne arrivi abbastanza. Le forniture correnti abbondano rispetto alla domanda, che è calata per le note difficoltà dell'industria. Ma la capacità d'importazione è sottoutilizzata dall'Eni, che la sfrutta solo al 60% e non consente ad altri di far passare il proprio gas nelle infrastrutture inutilizzate. La conservazione di quote di capacità non utilizzata evidentemente riduce la competizione e la liquidità del nostro mercato", sostiene Cafiero. La denuncia dei consumatori industriali in materia di limitazioni nelle disponibilità di trasporto da mercati più maturi e competitivi non è nuova. Ma in questi tempi di crisi, la richiesta di liberalizzazione del mercato del gas si fa particolarmente pressante.
"E' urgente mettere a disposizione dei soggetti industriali parte della capacità d'importazione inutilizzata sui gasdotti Transitgas e Tag (provenienti dal Nord Europa e dalla Russia)", sollecita Confindustria Ceramica. L'idea è quella di una concessione interrompibile, che possa essere restituita in qualsiasi momento al titolare, nel caso abbia necessità di utilizzarla. In questo modo i grandi consumatori di gas, riuniti in consorzio, potrebbero già oggi acquistare materia prima sui mercati europei e aumentare così la liquidità e la competitività del mercato italiano, senza danneggiare le prerogative dell'Eni, proprietario di Snam Rete Gas, cui si riconoscerebbe il diritto di rioccupare con il suo gas le quote di capacità concessa, in caso di necessità per il sistema.
Nessun commento:
Posta un commento