Con l'embargo al petrolio siriano, decretato oggi in sede europea, l’Italia resta a secco di un'altra importante fonte di approvvigionamento. Mancano già all’appello le forniture libiche, pari al 23% del nostro fabbisogno. A queste si andrà a sommare un altro 3% che proveniva dalla Siria. Ammanco a cui negli ultimi mesi si sta facendo fronte ricorrendo sempre più ai fornitori dell’Est, Azerbaijan in testa.
L’embargo all’acquisto, importazione e trasporto di greggio e prodotti petroliferi dalla Siria metterà a dura prova il regime di Bashar al Assad. La Ue assorbe, infatti, il 95% del petrolio siriano, di cui un terzo finisce in Italia. Da qui la richiesta italiana, ignorata da Bruxelles, di posticipare il bando alla fine di novembre, allo scopo di salvaguardare i contratti già in essere tra imprese europee e siriane. Non a caso, in cima agli acquirenti c'è TotalErg. L'export di greggio contribuisce per quasi un terzo alle entrate del governo di Damasco.
1 commento:
".. richiesta italiana, ignorata da Bruxelles,".
Ovvio, in quanto pleonastica. Quello della "non retroattività" della norma è un principio generale, applicabile anche alla normativa emanata dalla UE.
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