23 gennaio 2012
Concordia: S&P declassa l'Italia, ma non Carnival
Paradossi del rating: l'Italia declassata di due gradini mentre Carnival, il numero uno delle crociere inchiodato al discredito del mondo dal naufragio della Concordia, non subirà alcuna conseguenza da parte delle agenzie di rating. Standard & Poor's ha già dichiarato che manterrà saldo il suo BBB+, allo stesso livello del nostro debito sovrano. Nessuna conseguenza anche per l'altro leader di mercato, Royal Caribbean. "Abbiamo considerato uno scenario in cui il disastro avrà un impatto del 3% sull'utile netto nel 2012 rispetto alle precedenti aspettative", spiega S&P, aggiungendo che questa variazione rientra nelle naturali oscillazioni e non sposta il livello del rating.
Ma come? Se il lunedì dopo il naufragio il titolo di Carnival ha lasciato sul tappeto il 20% del suo valore ed è sotto del 33% rispetto a un anno fa, ci dev'essere pure un motivo. A prescindere dalle perdite legate allo specifico disastro (95 milioni di dollari solo per l'inutilizzo della nave), basta un giro in rete per rendersi conto che dopo il naufragio le sue crociere si vendono a sconto dell'80%. E non è un caso: chi si imbarcherebbe oggi su una nave Carnival senza pensarci due volte, dopo aver toccato con mano l'incredibile inaffidabilità dei suoi comandanti? Più in generale, chi non si è chiesto quanto siano sicuri questi palazzi galleggianti carichi di 5-7000 persone, oltre il triplo di quelli del Titanic? Già domenica 15, il Financial Times titolava: "Il disastro della Concordia riaccende il dibattito sulla dimensione delle navi", dando voce a esperti ferocemente critici sui discutibili livelli di sicurezza di questo tipo di turismo, uno dei pochi settori in crescita malgrado la crisi. Da qui in poi, sembrava che nulla sarebbe più stato come prima per il business delle crociere.
E' proprio la crescente dimensione delle navi (e dei ricavi per passeggero, arrivati a 240 dollari al giorno) che negli ultimi vent'anni ha consentito al turismo crocieristico di lievitare da un pubblico di 3 milioni e mezzo nel 1990 agli attuali 20 milioni di passeggeri, con ricavi stimati di 34 miliardi di dollari nel 2012, secondo Cruise Market Watch. Carnival è leader di mercato con quasi 10 milioni di passeggeri all'anno su 103 navi e 10 diversi brand, dall'italiana Costa all'americana Seabourn. Contro ogni dubbio sulla sicurezza, ben sette colossi del mare saranno varati globalmente quest'anno - fra cui Disney Fantasy, con i suoi interni ispirati al mondo dei pirati in versione Capitan Uncino - aggiungendo oltre 18mila posti ai 400mila attuali. Si riempiranno? Per ora gli esperti credono di sì, a dispetto dei morti del Giglio. The show must go on.
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